8 febbraio 2021 – Sono già trascorsi quasi due mesi da quando il ponte ”Leonardo Da Vinci” nel Capoluogo di Sasso Marconi ha subito una limitazione del traffico, attualmente consentito per un solo senso di marcia.
Inizialmente la corsia abilitata al transito veicolare era quella in direzione Cinque Cerri, ma l’enorme sovraccarico di traffico conseguente aveva interessato tutto l’abitato ed in particolare la frazione di Ponte Albano. Successivamente è stato invertito il senso di marcia in direzione opposta causando un notevole aumento di traffico in particolare su via Porrettana / viale Kennedy costringendo le persone a file chilometriche tra la Cervetta e il capoluogo specialmente nelle ore di punta.
Anche se le motivazioni comunicate dalle autorità, relativamente alla parziale chiusura del ponte, riguardano i lavori di ristrutturazione e di messa in sicurezza, la realtà sembra essere diversa perché nonostante il trascorrere di quasi due mesi dall’inizio delle limitazioni, non si vede ancora alcuna impresa lavorare, non c’è nessun cartello (peraltro obbligatorio per legge) che informi circa l’entità e tipologia dei lavori, su chi è la stazione appaltante e la ditta esecutrice inoltre non vi è l’indicazione della cronologia dei lavori con data di inizio e fine degli stessi.
Molti cittadini di Sasso Marconi e delle valli del Reno e del Setta cominciano a maturare la convinzione che quanto messo in campo, in realtà, non riguardi appalti o lavori da eseguire a breve termine, ma che si tratti piuttosto di una riduzione del carico sul ponte a titolo precauzionale, non avendo presumibilmente, l’Ente proprietario della struttura, ancora un’idea precisa ed un progetto definitivo sul da farsi per mettere in sicurezza il ponte.
D’altra parte nell’ordinanza emessa dalla Città Metropolitana in dicembre è stato previsto uno stanziamento per i lavori di 183mila euro, cifra con la quale per poter intervenire efficacemente su una struttura di queste dimensioni a malapena si pagano le spese di progettazione.
È quindi legittimo pensare che la Città Metropolitana non abbia detto tutto in merito alla situazione del ponte e che abbia deciso di limitare la portata a scopo precauzionale senza avere ancora un’idea definitiva sulle opere necessarie e sugli stanziamenti complessivi da mettere a bilancio e senza conoscere con certezza le condizioni della struttura.
Lo dimostra il fatto che fino ad oggi non è stata resa nota nessuna perizia firmata da ingegneri e tecnici strutturisti con indicazione delle tipologie di prove eseguite, dei saggi e dei calcoli effettuati e delle relative risultanze.
Ci meraviglia in tutto questo che l’Amministrazione Comunale di Sasso Marconi abbia accettato supinamente questa limitazione dell’uso del ponte senza rendere note (forse perché mai richieste alla Città Metropolitana?) le perizie necessarie per avere l’assoluta certezza dell’indispensabilità dei lavori in grado di giustificare i disagi che i cittadini amministrati sono costretti a subire.
I cittadini di Sasso Marconi e quelli delle valli del Setta e del Reno meritano maggiore considerazione e devono essere messi a conoscenza della reale situazione del ponte, delle opere necessarie e soprattutto per quanto tempo dovranno subire i disagi che fino ad ora hanno affrontato senza che nessun lavoro sia ancora iniziato.

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