Sono nata in Argentina il 23 marzo 1976 e da più di 24 anni vivo qui.
Nel Natale del 1999, Pontecchio Marconi mi ha accolta, in questo luogo mi sono riconosciuta e ritrovata ed è divenuto CASA.
Pochi mesi dopo il mio arrivo celebravo l’unione con mio marito sposandomi. Nel 2003 è nato Esteban, il mio primo figlio, grazie a lui ho cominciato a vivere ancora più pienamente la città di Sasso Marconi, perché seguendo il suo sviluppo ho conosciuto gli asili, le scuole, i parchi, gli impianti sportivi e le strutture di supporto e sanitarie, dai consultori medici alla Pediatria, farmacie, e centri commerciali anche se ho preferito portarlo più spesso nelle botteghe tradizionali o a prendere le uova direttamente dal contadino.
Ho scelto di farlo crescere mostrandogli la genuinità del territorio e la semplicità dell’essere comunità, grazie a lui sono cresciuta anche io con la curiosità e la voglia di imparare e conoscere questo paese.
Mi piace comunicare e connettere le persone tra loro, ritengo di avere una comunicazione emotiva e partecipante e sono convinta che ascoltare sia la cosa più importante quando si cercano soluzioni o si interpretano necessità.
Ringrazio Morris Battistini che mi ha chiesto di candidarmi e che ha notato la mia propensione al dialogo, alla soluzione e alla condivisione.
Come genitore di tre ragazzi ho imparato che prima di dare un insegnamento bisogna saper ascoltare i figli, per osservare non soltanto di cosa hanno bisogno, ma quali sono i segnali che mandano per poter essere un supporto e una guida, ma consentendo che ciascuno di loro possa seguire le proprie ispirazioni e inclinazioni.
Dal 2019 al 2024 mi sono occupata di ascoltare allo stesso modo i cittadini.
Dopo anni di vita in Argentina, vissuti sotto un regime di dittatura, ho imparato l’importanza della libertà, che tante volte diamo per scontata, e l’importanza di poter esprimere il proprio pensiero senza timore di ritorsioni.
Immagino un comune con meno burocrazia e in grado di dare a tutte le persone le stesse possibilità di accedere alla Cultura, alla Sanità e allo Sport, perché questi tre elementi permettono la piena espressione e la difesa delle unicità di ciascuno di noi.
Dell’amministrazione posso dire tre cose:
La prima è che bisogna “vivere in prima persona l’essere cittadino” per comprendere le situazioni e stare dalla parte di chi vive e abita un territorio indipendentemente che sia una grande città o un paese.
La seconda nasce da ciò che ritengo manchi ancora, e cioè constatare che nelle pubbliche amministrazioni sono necessari più sportelli di ascolto e aiuto per la cittadinanza per essere a fianco delle persone e non contrapposti, per dare un servizio di qualità e completo senza risposte frettolose o poco dettagliate, puntando a fare il massimo possibile anziché il minimo indispensabile. Io credo che se si sceglie di fare politica sia importante stare dalla parte delle persone e che sia necessario andare “un po’ oltre” quello che ci viene chiesto per essere davvero una risorsa per la comunità.
La terza è la pazienza: “se fosse per me le cose le farei subito”: una buona politica deve sapere perseguire pazientemente i risultati anche quando la strada è lunga, non bisogna lasciare possibilità intentate o lasciare che il tempo passi quando si può fare qualcosa di buono per il paese.
Su questi tre aspetti mi sono trovata in sintonia con Stefano Pedrelli, credo nelle differenze individuali e ritengo vadano valorizzate perché portano un contributo positivo e consentono a tutta la squadra di procedere unita.
La mia determinazione e la mia capacità di ascolto, non sarebbero state così efficaci se non le avessi vissute insieme a una squadra come quella che ho incontrato e che mi ha permesso di sviluppare e condividere la partecipazione.